martedì 29 luglio 2014

L'insulsa politica italiana del restauro.

Dobbiamo svegliarci!


Il castello di Santa Caterina a Favignana...
Voglio dedicare un'altro articolo del blog alla nostra storia e ai nostri monumenti.
Siamo uno dei paesi con una maggiore concentrazione di edifici, monumenti storici al mondo. Interi centri urbani sono stati dichiarati protetti dall'Unesco! (Venezia e Mantova sono due esempi)
Basta camminare in tantissime città e paesi per vederli. Alcuni sono ancora utilizzati dalle pubbliche amministrazioni o da privati e quindi vengono mantenuti per un interesse pratico. Ma tutti quelli in rovina lasciati lì a morire?



La situazione


Molti sono semplicemente abbandonati.
Tutto ciò che è antico, da dopo la ricostruzione del Campanile di San Marco a Venezia nel 1912, secondo la politica italiana del restauro, e la carta prima di Atene e poi la carta del restauro di Venezia del 1964, non va più toccato, ma se viene fatto per necessità bisogna evidenziare la modifica, rovinando così l'estetica generale del monumento storico. Il motivo sarebbe quello di preservare quelle che sono le ferite e le cicatrici inferte dall'uomo e dal tempo nell'arco della sua "vita". Figuratevi che nel Pantheon non hanno mai provato a reinserire nemmeno dei metalli finto oro decorativi dopo che il papa dovette prenderli per farsi il trono d'oro!  Ci ritroviamo quindi tantissimi reperti storici che più che segnare ciò che erano epoche, famiglie aristocratiche o ricche e opere ecclesiastiche, sono li a segnare la loro rovina. I francesi, su questo tema da sempre avanti, capirono che per attivare il turismo storico, avrebbero dovuto far rinascere tutti questi edifici! Il risultato? Ha funzionato perfettamente e ogni anno migliaia di turisti visitano non solo Parigi per le sue bellezze, ma in tutta la Francia nonostante loro abbiano un numero di edifici storici inferiore al nostro. Il solito fallimento della politica italiana. Non riusciamo a pubblicizzare nemmeno quelli ancora in piedi, tipo la magnifica Reggia di Caserta.

Crollo della Reggia di Caserta


Dobbiamo salvare la nostra storia!


Non basterebbe fare altro che investirci. Non ci sono i fondi? Sono sicuro che ci sono, ma si può comunque chiedere la partecipazione dei privati, i quali inserendo i capitali, otterrebbero il rientro tramite la visita o addirittura la vendita degli stessi! Ci fanno credere che non ci sono soldi e tempo per queste cose, però per continuare a pagare i loro maxi stipendi, le pensioni d'oro, le auto blu e tutti i furti dei fondi ci sono!
Potere è volere, e qui in realtà ci sono i mezzi per poterlo fare. Noi siamo immersi fino al collo nella storia e nell'arte, ma ce ne freghiamo, noi italiani stessi ce ne freghiamo. La storia è qualcosa di fantastico da studiare, vedere e vivere. Il mio discorso non ha il fine di dire che dobbiamo vivere nel passato, ma invece proprio noi che siamo nel presente possiamo goderci la vista di edifici storici riportati in vita e magari il loro splendore! C'è bisogno di grandi fondamenta per un grande futuro!



La Fenice

La collaborazione tra pubblico e privato


La collaborazione delle imprese con le pubbliche amministrazioni è un tema difficile da affrontare, è un tema in cui credo molto da sempre e che bisogna lottare per sanare e migliorare. Generalmente uno dei campi principali di attuazione è quello dell'edilizia, settore fortemente in crisi. La politica italiana ha sempre sbagliato l'approccio con questo tipo di soluzione per le iniziative pubbliche.

Le problematiche e gli errori della politica

L'edilizia è da sempre un bersaglio per le organizzazioni criminali mafiose.

Uno di questi errori è la classica truccata dei concorsi d'appalto, i quali chiaramente divengono deleteri da un punto di vista economico, perché si appropriano di tutti i soldi ovviamente e magari le opere verrebbero rallentate o fermate per fallimento o dai procedimenti giudiziari. Anche da un punto di vista istituzionale, perché la corruzione delle istituzioni è un fallimento dello stato e della sua autorità. Dopodiché la mancanza di un vero controllo dell'iter del concorso e la negligenza con la quale non vengono approfondite le ricerche dei concorrenti permette l'infiltrazione mafiosa all'interno degli appalti pubblici. Il problema è che il metodo è ben conosciuto : vince l'impresa con i migliori requisiti e "pulita", poi l'impresa passa il lavoro subappaltandolo ad una mafiosa. E nessuno agisce per fermare questo fenomeno!

Un'opportunità di lavoro per tutti

Il pubblico deve impegnarsi per garantire opportunità di lavoro.

Creare delle partnership d'investimento tra pubblico e privato è un'ottima fonte di lavoro e di guadagno per entrambe le parti. La pubblica amministrazione inserisce negli affari spazi\edifici esistenti e terreni, mentre il privato inserisce i capitali. Aprendo poi dei concorsi d'appalto, entrerebbe quindi una terza fgura, l'impresa esecutrice. In tutto ciò il guadagno andrebbe a tutti, poichè la P.A. avrebbe dei guadagni senza aver dovuto investire fondi e soldi pubblici, chi ha inserito il capitale avrebbe un ritorno dei suoi investimenti più il guadagno e infine anche l'impresa (o le imprese) costruttrice avrebbe chiaramente il suo guadagno netto per il lavoro svolto. Tutto ciò porterebbe quindi a creare posti di lavoro, permettendo a tutte le figure presenti di guadagnare, creando lavoro e\o posti di lavoro
Per quanto riguarda gli appalti truccati bisogna inserire un maresciallo o un magistrato (tanto il maresciallo sarebbe poi guidato da un magistrato) a controllare nei dettagli lo svolgimento di tutto il lavoro, cosa che viene fatta in genere solo dopo che viene scoperto un appalto truccato o un'infiltrazione mafiosa.
Un popolo che guadagna porta ad un paese che guadagna, quindi investire nel fornire lavoro porterà ad una crescita per far rinascere l'Italia!

La Fenice

domenica 27 luglio 2014

La morte di Pompei

Unica al mondo


Quanti paesi nel mondo possono vantare un sito archeologico come quello di Pompei? Un retaggio storico di un avvenimento tragico in grado di congelare la storia per quasi 2000 anni?
Come in troppi campi, si deve parlare di una debole classe dirigente di sovrintendenza dei beni culturali che DA SEMPRE non sa come proteggere uno dei siti più archeologici del mondo. Nessun paese nel mondo può vantare un sito come quello di Pompei e nonostante ciò non si investe mai abbastanza nel suo mantenimento e pubblicità!
 
Il crollo di un muro di una tomba della Necropoli di Pompei.

Cronologia (parziale) crolli


6 Novembre 2010 :  la Casa dei Gladiatori
30 Novembre 2010  : Casa del moralista
22 Ottobre 2011 : Opus Incertum
27 ottobre 2011 : pozzo dell'edificio 41 di via Consolare
22 Dicembre 2011 : pilastro Casa di Loreio Tiburtino
27 Febbraio 2012 : distacco intonaco domus Venere in conchiglia
20 Aprile 2012 : cedimento parte di muro domus Regio V
8 Settembre 2012 : crollo trave in legno Villa dei Misteri
25 Gennaio 2013 : frana terrapieno e conseguente crollo muro di contenimento
12 Luglio 2013 : distacco pietre da muretto di via Stabiana
24 Novembre 2013 cedimento stucco Casa del Torello di Bronzo
1 Dicembre 2013 : crollo muro bottega di via Stabiana e caduta intona Casa della Fontana
12 Dicembre 2013 : caduta stucco domus Regio V
1 Marzo 2014 caduta pietre arcone del Tempio di Venere
2 Marzo 2014 : crollo muretto in una tomba della necropoli di Porta Nocera
3 Marzo 2014 : crollo parziale muro bottera della Regio V 2
20 Marzo 2014 : cedimento parziale muro domus Regio V

Preservare per proseguire


Una bellezza unica al mondo.


La cosa più allucinante è che, per quanto possano esserci danni relativi agli agenti atmosferici, tutto ciò è perfettamente prevedibile, basta applicarsi nella vera protezione del sito archeologico!
Se lo stato italiano, o la regione Campania, si applicassero veramente nel campo archelogico/ storico-culturale (guardate cos'è successo a Napoli, un ragazzo morto per  un crollo annunciato già da tempo), si potrebbe eseguire un VERO piano di preservamento del sito archeologico di Pompei. Se la smettessero di intascarsi e basta i soldi ricavati proprio dai visitatori, la soluzione potrebbe essere messa in atto. Come possiamo non proteggere la nostra stessa storia, la nostra stessa cultura e poi definirci eredi di ciò? Eredità che rischiamo di perdere ogni giorno di più!


La Fenice

venerdì 25 luglio 2014

Lo sport e le scuole

Il concetto di sport giovanile

Giocare a calcio da bambini era una delle cose più belle da fare!

Attualmente lo sport e le scuole sono ancora molto separate in Italia. Abbiamo la concezione che le sole ore di educazione fisica bastino per far fare agli studenti dell'attività fisica. Durante il ventennio fascista lo sport era qualcosa di fondamentale (usato per propaganda però). Portò i giovani più vicini che mai ad un'educazione di vita sana attraverso le diverse discipline sportive-atletiche e anche olimpioniche. Non a caso nelle Olimpiadi del 1936 (quelle del mitico Jesse Owens) l'Italia ottenne ottimi risultati con 8 medaglie d'oro, 9 d'argento e 5 di bronzo, posizionandosi così al quarto posto. Dopo la guerra, come reazione per distaccarsi dal vecchio regime, pian piano ci si allontanò da questi concetti di scuola e sport. Fu un grosso errore! Perché per quanto potesse essere sbagliato il concetto base del controllo giovanile, andava mantenuta questa idea del giovane sportivo.

Il problema odierno

Un'esagerata attenzione ai videogiochi ha portato ad escludere lo sport dalla vita di molti giovani

Oggigiorno solo i club sportivi si occupano dei giovani, di avvicinarli e in qualche disciplina anche di educarli, ma vengono accusati comunque di non investirci abbastanza. Nei paesi dove è ben sviluppato, non ci sono solo i genitori a vedere le loro partite. Il poco investimento dato in questo settore ha proprio allontanato la stessa immagine di sport dai giovani, perché magari loro si concentrano di più sui videogiochi i quali sono meno faticosi e danno sensi di soddisfazioni simili quando vinci contro altri giocatori online.
Quindi l'immagine di giovane sportivo è stata lasciata deperire anno dopo anno, decennio dopo decennio, credendo che per ottenere dei meriti sportivi bisogna trovare il campione casuale anziché investire su tutti alzando il livello medio...perché il campione emerge sempre e comunque!

Creare un programma sportivo scolastico

Il rugby è un ottima scuola sportiva.
Avvicinare il più possibile lo sport alla vita quotidiana dei giovani attraverso la scuola è una via di educazione ad una vita sana. In un mondo occidentale come il nostro dove il rischio di obesità giovanile è sempre dietro l'angolo, si necessita di seguire un modello simile a quello americano (non per l'obesità!) dove inserendo, assieme alle associazioni e federazioni nazionali sportive, tutti i tipi di sport si indirizzano i giovani a seguire quelle che possono essere le loro passioni. Non piace a tutti il calcio e giocarlo, però potranno iscriversi a sport come il rugby,la pallavolo, il basket o discipline atletiche, andando poi a creare automaticamente un circuito di campionati cittadini o locali che coinvolgeranno di più i giovani. Se attualmente l'Italia non sta andando abbastanza bene nelle discipline sportive è proprio perché i giovani vengono ignorati, un po' come per il lavoro.Lo stato e le federazioni sportive non capiscono che invece è proprio così che scopri nuovi campioni o crei un numero sempre crescente di pubblico e spettatori di discipline sportive, riavvicinando i giovani e le loro famiglie. Questo concetto è presente anche in diversi paesi europei quali Germania, Francia e Inghilterra! Infatti la maledetta Germania ha vinto il mondiale di calcio proprio perché ha messo in pratica questo concetto.
La rinascita dell'Italia viene determinata anche dalla rinascita sportiva, perché è parte integrante della vita italiana!


La Fenice

giovedì 24 luglio 2014

L'importanza della ricerca.

Da sempre il tema della ricerca in Italia è tema di grandi dibattiti e scontri. Tema sfruttato per le campagne elettorali ma mai mantenuto dopo. Intanto le nostre migliori menti si vedono costrette ad andarsene dal paese, lasciando qui solo i più raccomandati e magari meno competenti e capaci.


Il concetto di ricerca

iCub è uno dei robot più avanzati
al mondo nonché testimonianza
della presenza di menti brillanti
in Italia.
La ricerca è un concetto molto più vasto di quanto si pensi o ci facciano pensare. Quando viene pronunciata, noi pensiamo semplicemente alle ricerche nei campi medico-scientifico o biologici (che non sono poco). In realtà la ricerca è un campo molto ma molto più vasto. Se solo pensiamo ai diversi campi ingegneristici entriamo in un mondo sconfinato di possibilità di sviluppi (automobilistici, navali ,aerospaziali,informatico ecc.). Nonostante tutto riusciamo comunque a sviluppare dei diamanti grezzi di ricerca in cui si potrebbe veramente investire per poter essere portati ad un livello superiore (come il robot iCub di Genova o i proiettori per interazioni personali in 3D sviluppati in Val d'Aosta). Ma alla fine di tutto ciò ai politici italiani, e alle lobby che li controllano, non interessa e fa comodo che la ricerca resti indietro, perché così i politici avranno sempre uno strumento elettorale da mettere in causa e le lobby potranno avere il controllo delle tecnologie emergenti ed evitare che facciano concorrenza nei loro mercati. Basti pensare allo sviluppo (o non) delle fonti di energia rinnovabile!

La ricerca è una soluzione

Quel che i cittadini dimenticano è che lo sviluppo della ricerca è una fonte di lavoro enorme e non solo per i futuri ricercatori, ma per tutte le economie che ci girano attorno. Per esempio lo sviluppo di ricerche aeronautiche o aerospaziali porterebbe lavoro ai diversi tipi di industrie metallurgiche, sviluppando quindi la loro economia. Conseguentemente creeranno anche delle specializzazioni per le varie industrie nella produzione di prodotti particolari e dedicati a quel settore. Mancando l'appoggio dello stato, per ora la maggior parte dei fondi devono arrivare dai privati, mentre invece dobbiamo lottare per far si che il governo alimenti il campo della ricerca perché può essere una delle migliori soluzioni per farci uscire dalla crisi creando PIL, combattendo la disoccupazione. In tanti campi può sconfiggere malattie per noi ancora difficili da affrontare, quali Aids, tumori. Lo sviluppo infine darebbe anche prestigio al nostro paese. Nel frattempo continuate a donare il 5 x mille alla ricerca, perché ce n'è davvero bisogno per aiutarli a far risorgere l'Italia!

La Fenice

mercoledì 23 luglio 2014

Quando la federazione era da fare subito

La prima idea di federazione


Incontro a Teano tra l'eroico Garibaldi e Re Vittorio Emanuele II


Carlo Cattaneo
Nel 1861 il Re Vittorio Emanuele II dopo tante rivolte cittadine, guerre sanguinose, generali leggendari e generazioni eliminate, sanciva la nascita del Regno d'Italia, ora unita sotto un'unica bandiera ed un'unica famiglia reale.
Per quanto fossimo socialmente e tecnologicamente indietro non mancavamo comunque di menti brillanti quali Carlo Cattaneo.
Carlo Cattaneo fu un patriota italiano il quale combatté nelle 5 giornate di Milano, ma non fece solo quello.
Quel che Cattaneo ha sempre voluta far valere è un modello di paese federale, o per meglio dire confederato. Capì tramite le sue riflessioni filosofiche che l'uomo stesso dev'essere federale, distinguendo le intelligenze, le economie e laicizzandosi; prese spunto dalla Svizzera per sviluppare ciò e lo mise anche in atto con il liceo di Lugano.
Comprendendo questo concetto si capiva quanto servisse al nostro paese una forma federale per salvaguardare i diversi tipi di popolazione e di economie presenti, però il tutto unendosi chiaramente sotto un'unica bandiera! (sennò non sarebbe stato un patriota). 
Ciononostante non venne presa in considerazione veramente la proposta di un paese federale e sbagliammo a non farlo subito.

La situazione attuale


Scontri tra ultras che vediamo da anni
Oggi giorno viviamo in un paese unito quanto separato. Dopo più di mille anni di separazione territoriale, anche se siamo sotto un'unica bellissima bandiera, non si può negare il fatto che nessuno di noi riesca ad identificarsi perfettamente con i cittadini di altre regioni. Assistiamo a violenze territoriali dal dopoguerra, quando un meridionale non poteva affittare alcune case a Milano perché non era ben desiderato o quando vogliamo vederci una partita di calcio e le tifoserie ci rovinano lo spettacolo scambiandosi reciprocamente insulti territoriali o addirittura violenze fisiche. Questo tipo di ipocrita unione è più deleteria che mai. Abbiamo modi diversi, tradizioni diverse, modi di parlare diversi e per quanto credo che sia una delle cose più belle che possa avere il nostro paese, ciò non ci può tenere così uniti. Delle nostre differenze dobbiamo fare l'unione di questo paese. Il mio discorso non è collegato a quello della Lega Nord, loro vogliono la federazione solo per sentirsi separati. Io dico che se ogni territorio si gestisse come uno stato a se stante, svilupperebbe e si specializzerebbe nelle sue economie di vario genere. Anche gli americani e i tedeschi fecero così e hanno avuto grandi risultati!

Una soluzione per il futuro


Se istituiamo una federazione saremo in grado di concentrarci sulle nostre peculiarità e problematiche territoriali. Chiaramente poi ci sarà una forma di gestione centrale (federale) del paese la quale più che dover gestire gli strumenti economici del paese, si muoverà con l'economia che i diversi territori le avranno fornito. Alcuni diranno che non cambia molto poiché i soldi arrivano più o meno nello stesso modo, ma si sbagliano. I soldi prodotti in una regione resteranno nella regione e verrà tassata la sua ricchezza in maniera equilibrata (ovviamente) ma almeno non si vivrà nell'ipocrisia di sentirci sotto un potere che prende le ricchezze che le regioni producono e poi se e quando decide di darli (o ridarli), ne da pochi o li fa perdere in qualche buco nero. Chiaramente diranno che le regioni del sud non ce la farebbero così, ma cambiando il sistema di utilizzo dei fondi, le ricchezze ottenute dagli altri stati verrebbero dati a quelli con più difficoltà solo dopo che lo stesso stato ha approvato un piano d'investimento per far sì che non vadan
o sprecati e non ci sia più bisogno di questo strumento! Il tutto sotto il controllo di un'autorità federale e anche di chi ha praticamente investito i suoi fondi.
Il nostro paese può tornare più grande che mai ma dobbiamo continuare a crederci e a lottare per farlo avverare.


La Fenice

martedì 22 luglio 2014

Riqualificare è meglio che costruire

Il cemento

Sacchi di cemento Portland, base di tutti i tipi di cemento

L'Italia è il primo produttore europeo di cemento, il che ci fa capire già qualcosa della situazione.
Noi concepiamo l'edilizia semplicemente come costruire qualcosa di nuovo, in realtà ci sbagliamo di grosso!
Bisogna liberarsi di questo concetto assolutamente, proprio ora che c'è la crisi più che mai, perché il mercato della ristrutturazione o anche della riqualificazione è un mercato ben più grande e con potenzialità anche maggiori. Un edificio costruito con il calcestruzzo armato ha bisogno di manutenzione circa 50 anni dopo la sua costruzione, poiché comincia a deperire. Agendo già con questo tipo di concetto andiamo ad addentrarci all'interno di un mercato specializzato. Vi basti pensare che il non ragionare con questa mentalità ha fatto si, da sempre, che avvenissero crolli di abitazioni, palazzine in tutta Italia con conseguenze anche molto gravi. Oltretutto il cemento, che poi diviene calcestruzzo armato è un materiale che non si può recuperare, come l'acciaio, quindi non possiamo semplicemente sostituirlo o quando lo dismettiamo riutilizzare il materiale, bisogna quindi agire anche con l'idea che la sua manutenzione è anche un bene ambientale.

Dopodiché c'è il concetto anche di riqualificazione.


La ristrutturazione è un lavoro!
Con tutti gli edifici costruiti tra dopoguerra, boom economico e in generale fino alla fine degli anno '90, ci sono milioni di edifici e abitazioni che necessitano, o necessiterebbero, di un intervento atto a portare la sua classe energetica ad un livello accettabile per non essere almeno poco inquinante (portarla ad inquinamento 0 sarebbe il massimo). Questo tipo di mercato delle "piccole opere", come viene chiamato, in realtà è molto prolifico sia a livello di un privato sia  a livello nazionale.
Il fatto che durante la crisi fosse l'unico mercato edile ancora attivo (anzi ci furono aumenti dato che tante persone vendevano le seconde o terze case da sistemare) ha fatto capire già qualcosa allo stato, il quale ha istituito degli incentivi statali per chi si ristrutturava la casa, riaccendendo i prestiti bancari. Quindi anche il dover ristrutturare una casa è un ottimo mercato che fornisce già ora un gran numero di lavoro.

Si può fare di meglio


Ma non è ancora abbastanza perché questo tipo di incentivo può essere ancora migliorato ma soprattutto si potrebbe benissimo cominciare a farlo anche a livello di immobili pubblici, dalle case popolari agli uffici delle varie amministrazioni di tutto il paese. Va sempre ricordato che c'è il pericolo di infiltrazioni mafiose!
Se si volesse far ripartire l'economia edile veramente, bisognerebbe investire proprio su questo perché ci siamo stancati di dover continuare a costruire e costruire. Per quanto in passato ce ne fosse bisogno davvero, abbiamo forse anche un po' esagerato, poiché abbiamo devastato numerosi ambienti e paesaggi. Figuratevi che una volta non si costruivano edifici sopra gli 7/8 piani per non dover incorrere in tasse maggiori e forse se non avessimo dato questo tipo blocchi fin da subito avremmo cominciato a sviluppare anni fa edifici in altezza, togliendo il bisogno di espanderci sulle superfici.
Dopodiché la riqualificazione va attuata anche sulla questione del verde pubblico. Avendo asfaltato e cementificato tutto il tempo abbiamo cancellato molto dell'ambiente, invece ora dobbiamo reinserirlo tramite dei piani ecologici.
In tutto questo discorso se lo stato promuovesse questo tipo di idee, si verrebbero a creare numerosissime possibilità di lavoro, il che accrescerebbe il PIL e ci permetterebbe una crescita graduale e anche un abbellimento delle nostre città, magari con la possibilità di creare grandi parchi e/o giardini che di sicuro aiuterebbero anche l'accrescimento del turismo.
La "piccola edilizia" e la riqualificazione può essere una delle nostre soluzioni e dobbiamo farlo capire.
Sarebbe sicuramente più bello e salutare inserire del verde in più.

AAA cercasi sindaco di Milano

Chi è Pisapia?


Pisapia è il classico uomo di classe media che giocava a fare il comunista in un sistema già pieno di avvocati come lui inseriti nella classe politica. Ha sempre fatto parte di partiti di estrema sinistra (Democrazia proletaria, Partito della Rifondazione comunista, SEL) e come ho sempre detto, gli estremi non fanno mai bene! Chiaramente come tanti politici di sinistra è arrivato prima in parlamento e poi a Palazzo Marino a milano grazie a De Benedetti.
È un uomo che ha promesso di togliere di mezzo tutti quei consulenti e persone senza un perché di CL all'interno del Comune di Milano, il quale dopo averli tolti o spostati ne ha messi più di prima. Un uomo che permette l'inserimento di strani tecnici inutili nei team dei lavori pubblici facendogli guadagnare poi una barca di soldi per non far niente (per piccoli edifici trovi squadre di 10 architetti, tutto visibile dai documenti del Comune di Milano).
Non ha saputo minimamente gestire la crisi dei dipendenti comunali riguardante la presenza di amianto e lana di roccia nella sede degli uffici di via Sebastiano Pirelli 39, e si è solo presentato a vedere la situazione, senza decretare un bel niente poi, solo dopo uno sciopero aggressivo da parte dei dipendenti che aveva bloccato il sistema.

Chi l'ha visto?


Da quando è scoppiato lo scandalo dell'Expo (annunciato già da tempo), come al solito il sindaco di Milano Pisapia non si è visto in giro.
Per quanto lui sia da sempre molto assente, il sindaco si faceva vedere solo per pubblicizzare un po' l'evento, qualche stretta di mano con Maroni e un paio di dichiarazioni tv quando veniva qualche premier (con Renzi siamo al quarto!) o altre visite importanti.
Ora che l'evento internazionale più importante per l'italia è scoppiato in un cumulo di tangenti e corruzioni, il sindaco anziché farsi vedere per rassicurare le persone e far sentire l'autorità di stato, o comunque pubblica amministrazione, rilascia un paio di interviste ai giornali molto timide e con frasi e concetti fatti. A Venezia il sindaco è stato arrestato per un scandalo analogo e forse qui qualcuno ha paura! Il Movimento 5 stelle ha denunciato questa cosa cercando di far trasparenza da anni sulla questione expo. E Pisapia? Manco per idea!
Guardate anche solo cos'è successo con la questione degli allagamenti stradali avvenuti a Milano nord zona Niguarda. Tra pericoli e disagi ci hanno rimesso diverse attività commerciali, ci sono stati anche dei morti... e lui cos'ha detto dopo che poteva benissimo dare l'allarme (la regione aveva rilasciato il bollettino apposta) perché sapeva cosa stava per succedere? Delle semplici scuse dall'antro buio del suo ufficio. Da anni si sa del pericolo di esondazione dell'acqua nel quartiere, ma non si fa niente perché non gli e ne frega niente!


Riflessione e soluzione


Cosa ci possiamo aspettare da uno così che anziché investire e far rinascere la città di Milano non ha fatto altro che aumentare tutte le tasse possibili, inserendo l'area C e cercando di espanderla. Come se non bastasse ai cittadini, ha inserito le ZTL (zone traffico limitato). Tutti gli studenti dell'hinterland milanese che studiano o studiavano in città si sono visti più che raddoppiare le spese per l'abbonamento. Ha fatto conquistare a Milano il titolo di città che infligge più multe. È stato messo al potere della città da quegli incompetenti di SEL per sconfiggere il centrodestra e poi non sa che fare. Batte il suo rivale alle primarie e per sportività gli permette di progettare le torri del Bosco Verticale (Boeri). Viviamo nella corruzione più totale che la sinistra dice di combattere ma non sono altro che ipocriti ben peggiori dei precedenti!
I cittadini italiani chiedono di evolverci ma c'è ancora gente come lui che cerca di tenere chiuso il mondo politico e amministrativo, lasciando poi che quello che sarebbe dovuto essere il nostro gioiello (l'EXPO) rischi di essere una delle nostre più grandi vergogne!
Nelle città italiane dobbiamo votare per gente onesta e trasparente, poiché uno stato è formato e si sviluppa proprio sulle sue città e paesi, fornirgli una classe dirigente onesta e tecnica è la soluzione migliore. Come in un'azienda ci sarà un capo con le sue strategie di mercato, ma ai posti di lavoro ci devono essere professionisti competenti e specializzati. Dobbiamo abbandonare assolutamente questa gente e le loro false ideologie e non dargli più la possibilità di avere un minimo potere poiché siamo noi, IL POPOLO ITALIANO, il vero potere!


La Fenice

lunedì 21 luglio 2014

La crisi dimenticata

Piccola premessa


Il furgone è il mezzo più comune per i corrieri espresso.


Qualsiasi oggetto attorno a voi, ovunque voi siate, è stato trasportato tramite le "ruote". Il mercato degli autotrasporti si basa su pochi piccoli ma grandi concetti: gasolio e bollo auto.
Benzina e gasolio sono da sempre il bancomat veloce dello stato, poiché milioni di utenti utilizzano le macchine per muoversi e non c'è modo migliore che incassare ogni giorno dei soldi se non così e tramite le loro accise.
Figuratevi che alcune di queste risalgono a terremoti o catastrofi di 30 anni fa o più!

 La crisi degli autotrasportatori


Il bancomat dello stato italiano.


Il burattino Monti quando arrivò al governo promise di mettere a posto tutto, niente nuove tasse e tante altre cagate. La prima mossa che fece? Aumentare le accise sui carburanti. Bel lavoro! Fino a quel momento il settore dei trasporti non era in crisi come l'edilizia e riusciva ad andare avanti con pagamenti a 30 giorni, massimo 60 ma era ancora abbastanza raro. Dopo questa "intelligentissima" mossa i costi sono saliti vertiginosamente, portando le imprese a cercare di correre ai ripari. In quel momento di austerità e paura perpetrato da Monti, le banche cominciavano a non concedere più finanziamenti e prestiti. In un mercato come quello dei trasporti era, ed è ancora, fondamentale! Proprio dove i pagamenti non sono, diciamo, così immediati di suo, questo ha chiaramente portato a cominciare a non avere più fondi per pagare dipendenti e fornitori. Essendo poi questo settore molto terziario (come l'edilizia) questa conseguenza la pagano tutti i componenti della catena. Ci ritroviamo quindi con persone che lavorano duramente tutt'un mese per vedersi arrivare lo stipendio di 4 mesi prima magari!

Numerosi imprenditori del settore si sono suicidati in questi anni.

 Le imprese muoiono


In tutto ciò le imprese vedendo i costi aumentare vertiginosamente, non sono più riuscite a pagare autisti e i distributori di gasolio. Nel frattempo lo stato anziché alleggerire la situazione vedendo ciò che capitava, ha ben deciso di continuare ad aumentare IVA (problema per tutti) e tutte quelle piccole tasse accessorie dei movimenti burocratici. Come se ciò non bastasse, i dipendenti di queste aziende non vedendo soldi arrivare si sono rivolte ai sindacati, i quali anziché denunciare proprio il problema delle imprese, hanno agito contro di loro con cause nei tribunali del lavoro. Davanti a ciò, con giudici che assecondavano questi sindacati corrotti, le imprese, NON PER COLPA LORO, si sono viste costrette a pagare, magari in rate pure piccolissime ma per anni, questi  ormai ex dipendenti, aumentando le spese. Cos'ha comportato ciò?
Il fallimento di numerosissime imprese, portandone invece altre migliaia sull'orlo del baratro. Tutto ciò è grave perché nonostante il mercato degli autotrasporti sia molto continuo e non si interrompa mai (pensate alla fornitura delle edicole), le imprese non riescono ad andare avanti e il fallimento è sempre alle porte per queste persone, andando così a rischiare di creare uno scoppio della disoccupazione a dir poco enorme il quale ci rispedirebbe immediatamente in piena recessione.

Cosa andrebbe fatto?


Prima di tutto gli autotrasportatori non hanno un'associazione che difenda la loro categoria, quindi sarebbe comodo e intelligente crearne una e che possa comunicare direttamente con lo stato. Dopodiché mi sembra scontato dire che bisogna abbassare assolutamente le accise, poiché sono queste la morte di questo settore. Caro stato italiano non vuoi farlo? Bene allora imponi un prezzo agevolato alle aziende di autotrasporti, perché che tu non lo voglia o meno, va fatto!
In casi futuri per le proteste relative ai carburanti, non bisogna permettere solo a loro di scioperare, ma tutto il popolo italiano deve farlo! Così verrà creato un vero danno economico che comincerà a a far ragionare lo stato riguardo alle accise, possibilmente aprendo la possibilità di avviare delle trattative.

Un caso di sciopero degli autotrasportatori.

Guardate che è davvero importante trattare un argomento di un settore come questo perché noi diamo per scontato molte cose nella nostra vita di tutti i giorni, senza renderci conto che ci sono grandi attività dietro e quindi andiamo rieducati a vedere le cose con occhi diversi!


La Fenice

domenica 20 luglio 2014

Si stava meglio quando si stava peggiorando

Comica scena del film di Guzzanti "Fascisti su Marte"

Ho voluto citare una frase di una canzone del cantautore Caparezza (non collegato direttamente al mio post) come titolo di questo post per dedicarlo a chi ama questo paese ma crede che nazionalismo significhi fascismo. Amare il proprio paese non è fascismo; voler contribuire al miglioramento di questo paese non significa fascismo; voler essere socialisti non significa essere fascisti (nemmeno comunisti). Ho visto in giro un aumento vertiginoso di pagine Facebook di comunità fasciste. Ovviamente fanno riferimento a Mussolini, a ciò che ha fatto di buono (cose innegabili d'altronde come pensioni, sanità, case popolari), al fatto che questo paese sia rovinato dalla democrazia. Insomma tutti i problemi verrebbero risolti se tornasse un regime dittatoriale nazionalista. Forse non hanno capito che la storia ci deve insegnare ad andate avanti e migliorare, evolverci magari e non tornare indietro per commettere gli stessi errori!
Lasciate alla storia questi vecchi ideali
Per favore staccate il concetto di fascismo da nazionalismo o patriottismo, perché io mi ritengo un nazionalista, fiero di essere italiano e nelle nostre peculiarità, ma non sono un fascista. Amo la libertà che ci siamo dovuti riconquistare, sennò non sarei qui a scrivere su questo blog; amo la nostra costituzione, che dobbiamo ricominciare a far pesare veramente e continuare a migliorare ogni giorno di più. Non amo neanche io la nostra classe politica, ma uso gli strumenti elettorali per poter mandare avanti chi so essere onesto veramente e che ha il nostro paese nel cuore. Non fatevi fregare ragazzi, non ne vale la pena solo per poter soddisfare il proprio senso di appartenenza, oggi giorno più vuoto che mai.
Ricordatevi che appartenete al tricolore italiano!


La Fenice

giovedì 17 luglio 2014

Il fallimento dei nostri sindacati

Tra i tanti problemi che abbiamo nel nostro paese, uno di questi ritengo essere la gestione dei sindacati.
Sarà che non mi identifico nelle ideologie di destra e sinistra, sarà che essendo una persona pragmatica certi temi credo non debbano essere di parte. A tal proposito la mia critica riguarda proprio questo.

I tre raccapriccianti segretari rispettivamente di Cisl - Uil - Cgil

Premessa veloce


La storia ci insegna che la sinistra, il comunismo, è nata nelle fabbriche e che negli anni a seguire le classi più abbienti vennero difese solo da persone appartenenti a questo pensiero. L'errore fu proprio qui. I governi e le classi dirigenti anziché tutelare e difendere queste persone, le sfruttavano e le tenevano in condizioni atroci. Mentre l'errore di chi veniva difeso fu proprio quello di illuddersi che potesse mai avvenire l'utopia comunista.
Dopo la caduta del regime fascista, tornarono più decisi che mai. Ancora una volta la classe politica ha permesso che la difesa del lavoratore diventasse un motivo e lavoro politico, anziché un lavoro razionale e apolitico.

Oggi


Immagine perfettamente riassuntiva della situazione
Oggi non sono altro che associazioni completamente corrotte, avide di potere e di denaro, le quali anziché ricordarsi che lavoro e lavoratore significano anche impresa e impresario, perpetrano battaglie inutili e dannose alla nostra economia. Non parlo di lottare per far si che una fabbrica italiana chiuda e vada all'estero (lotta in gran parte giusta ma complicata), ma parlo di quel concetto di difendere chiunque arrivi da loro dicendo di essere stato pagato in parte in nero (cosa che avrà sicuramente accettato felicemente), che l'impresario l'ha sfruttato ecc ecc, senza tener conto del fatto che potrebbe mentire (cosa vista troppe volte e troppo di frequente) e cominciare una causa fregandosene del fatto che se spenni l'azienda, togli il pane anche a tutti gli altri dipendenti! Con la crisi questo concetto è più forte che mai!
Poi capitano i casi durante i quali ti dicono che ti aiutano solo se ti tesseri nella loro associazione (mi è capitato). Poi ad altri alla quale è successo, si sono rivolti ad un'altra e si sono visti bloccati ogni tipo d'aiuto solo perché si erano già rivolti ad altri e non a loro per primi. Una vergogna!

La soluzione?


Stabilire un'associazione unica nazionale, in modo da generare una grande semplificazione. Definire nello statuto di quest'associazione che ogni tipo di ideologia politica o affiancamento a partiti, eventi o iniziative di quest'ultimi sia severamente vietata. Non avere un concetto di tesseramento ma di ricerca fondi tramite attività, fondi statali e donazioni. Avere il principio di aiuto per chiunque ne abbia bisogno ma di scelta di avviare cause legali solo dopo profondi accertamenti, in modo da non avviare cause, magari pure fasulle, e non far spendere denaro sia allo stato sia alle imprese. Se poi si rivela essere vero è giusto che vada pagato pegno!


La Fenice

Lo scontro con la realtà

Nonostante siamo nel 2014, tante persone (compresi alcuni politici) non capiscono l'importanza delle medio e piccole imprese (tipo bar, negozi, servizi terziari, ecc...). Questo post lo dedico a chi ha ancora degli ideali di sinistra (tipo comunisti, chi dice imprenditori porci, ecc....), a chi non capisce e a chi queste cose le conosce e sente il bisogno di una voce che li appoggi.

Manifesto di una petizione fatta alla BCE 

Siamo in un sistema capitalistico


Non ci si può fare niente, è così da sempre e l'abbiamo voluto noi. Vivendo in un sistema dove esiste un datore di lavoro (impresario) che si mette in gioco, ci mette la faccia, facendo debito avviando e mantenendo un'attività, conseguentemente ci saranno persone che lavoreranno per questa persona.
Definiti questi banali punti di partenza e specificato che le retribuzioni debbano essere e siano giuste in base al lavoro svolto, alle ore e quant'altro, un'azienda e i suoi lavoratori staranno bene fintanto che ci saranno entrate e i bilanci saranno in positivo.

Qual'è il problema allora?


Come possiamo pensare che le cose possano andare avanti se non permettiamo a queste imprese di guadagnare! Il guadagno non è solo quello derivato da una retribuzione o pagamento, oggi giorno lo è anche quello derivato da una diminuzione delle tasse. Per spiegarci meglio, come possiamo permettere alle nostre piccole e medio imprese, spina dorsale del nostro paese, di continuare a pagare tasse spropositate? Se noi togliamo i fondi a queste imprese, loro non potranno mai andare avanti e poter pagare i propri dipendenti.

Conseguenze?


Chi non ha soldi...non spende soldi! Essendo il nostro sistema anche consumistico, noi
andiamo avanti coi consumi di beni e servizi ed è da qui che parte il tutto. Come un gatto che si morde la coda, se partiamo dal punto di alleggerire il carico di tasse da queste imprese e diciamo persino alle banche di ridare fiducia a loro, i quali riotterrebbero guadagni come garanzie di prestiti, di conseguenza non ci sarebbero più i problemi dei pagamenti dei lavoratori. Quando la moneta gira, tutti ci guadagniamo; quando scacciamo la paura di spendere qualcosa, tutti ci guadagniamo; quando togliamo questo macigno dalle imprese, tutti ci guadagniamo.
Le associazioni di lavoro(tipo Confcommercio) devono lottare per avere una vera voce in capitolo sulla questione e far capire il concetto non solo alla classe politica, ma all'intera nazione! Se tu impresa guadagni, mi pagherai lo stipendio e magari non morirò di fame con la mia famiglia e se invece non mi pagherai questa cosa avverrà.
Sosteniamo le imprese per sostenere l'Italia!


La Fenice

Persino i bambini sanno dire NO!

Lamentele. Ci lamentiamo sempre di tutto e diciamo no a poche cose sbagliate e a troppe giuste. Quando parlo di noi, parlo di noi italiani. Tutti sempre pronti a dire no e a lamentarci, magari perché la proposta o legge è di un partito di ideologia opposta o semplicemente perché la riteniamo dannosa.
Ma quanti di noi sono pronti a dare una soluzione o una controproposta?
Sappiamo solo dire che non va bene, tirare giù un paio di motivi e poi fine. Aria fritta! Nessuno di noi ha mai il coraggio di  mettersi li e dire: è anche colpa mia!
Pensiamo solo ogni tot tempo a mettere una firma a uno perché è antifascista e all'altro perché è anticomunista e poi ci sentiamo soddisfatti del nostro lavoro e ci redimiamo l'anima insultando gli altri.
Ci lamentiamo dei servizi pubblici, ma nessuno di noi si mette in gioco per entrarci e impegnarsi lavorando per migliorarlo, lasciando così entrare chi vuole solo uno stipendio fisso senza lavorare. Siamo noi che permettiamo a delinquenti di entrare nei palazzi della politica, gli facciamo prendere degli stipendi da re e poi ci lamentiamo, e come se non bastasse noi in realtà siamo invidiosi e vorremmo essere al loro posto. Siamo noi che abbiamo permesso ai sindacati di essere di parte, anziché tecnici e apolitici (tipo modello americano per intenderci).
Non per questo dobbiamo fare una rivoluzione ovviamente, la violenza non va mai perpetrata, ma basta smettere di dare potere a queste persone. Siamo noi il vero potere e lo esercitiamo quando andiamo nella cabina elettorale. Prendete la vostra decisione: continuare a votare gli stessi e lamentarvi come dei bambini viziati oppure smettere di dare appoggio a questa gente e cominciare a farci sentire veramente.
Ho creato questo blog e cominciato a scrivere proprio per dare un esempio. Il mio obbiettivo non è solo quello di parlare di eventi, lamentarmi, criticare e finirla li, ma di proporre soluzioni e di dare un esempio alle persone. Aprite la mente, toglietevi i paraocchi e cominciate a pensare di far parte di qualcosa di più grande.



La Fenice

mercoledì 16 luglio 2014

La Merkel si dimette?

La Merkel si dimette?


In questi giorni ha cominciato a girare la voce su Skytg24, tramite il Der Spiegel, delle probabili dimissioni del cancelliere tedesco. Ma perché mai il Führer del quarto reich dovrebbe andarsene?
Analizziamo un po' la situazione.
Questa signora è in carica come cancelliere federale della Germania dal 2005, quindi sono circa 9 anni di potere. Da quando è in carica, internamente, ha dovuto affrontare la riforma sanitaria e quella energetica. Per quanto complicate, in Germania non le fai in 9 anni. Quindi cos'ha combinato in tutto questo tempo? Beh vi basti sapere che oggi per poter festeggiare il suo 60esimo compleanno ha fatto spostare le sedute degli incontri dei leader europei!
La Merkel è al terzo governo perché il suo lavoro è stato esclusivamente quello di poter affermare il controllo tedesco della banca europea, in grado di condizionare tutti  i paesi membri. Un esempio è lo spread!

Non solo però.


Vi basti pensare al caso greco. La Grecia non è mai stata una potenza economica, ma un paese con pochi abitanti che basava la propria economia sul turismo e settore terziario, i quali gli garantivano un benessere economico. Cosa li ha portati al tracollo? Per dirla in "due parole", la Merkel, con Sarkozy, volle obbligare il premier greco a comprare i suoi mezzi militari (la Grecia è un paese fortemente militare) con i soldi che la banca europea aveva "prestato" al paese. Giustamente il premier greco Papandreou si oppose poiché la Grecia necessitava di investirli meglio quei fondi. Fece persino fare un'ispezione ai sottomarini dichiarando che due di questi non erano idonei. Ma la Francia e la Germania avevano ben chiarito che per avere i fondi dalla banca europea dovevano fare quegli acquisti. La loro reazione a quest'opposizione?  Un attacco economico con la borsa tramite la Bundesbank alla Grecia, la quale crollò subito e venne messo un nuovo presidente tramite l'Europa. Il nuovo premier Papademos approvò l'acquisto di tutti i mezzi militari per 4 miliardi circa. La Grecia crollò ed entrò in un baratro inevitabile di fame e violenza (sono andato di persona a vedere tutto ciò) e nel frattempo la Germania, con la Francia, si prendevano soldi per scampare alla crisi economica sulle spalle della popolazione greca.
Così è come si presentava la Grecia quando scoppiò la crisi.

Non vi ricorda qualcosa?


Un simile trattamento lo riservò anche all'Italia. Ma qui fu per delle sue questioni di princpio. In primis la sua antipatia per gli italiani, per esempio dimostrata durante la tentata acquisizione della Opel da parte della Fiat, la quale lei personalmente bloccò e fece restare la Opel alla General Motors. In secundis il troppo famoso "culona inchiavabile"! Credetemi quando vi dico che se una persona di potere è permalosa o egocentrica, utilizzerà tutto il suo potere anche per una dichiarazione così. Infatti fece cadere un Berlusconi già traballante, partendo dall'attacco in borsa sempre tramite la Bundesbank, la quale vendette i nostri Btp e fece crollare le nostre banche (le più solide d'Europa fino a quel momento). Mandò il suo esattore Monti a riprendere i soldi per le banche tedesche e francesi  (ne riprese solo la metà). Non riuscendo ad avere l'appoggio del popolo italiano e  non più quello della politica, con tutto uno strano rigiro arrivò Letta il quale doveva sempre seguire gli ordini dall'alto. Tra un po' capiremo bene anche Renzi.

Detto ciò?


Quando fai quello che ha fatto la Merkel per avere il potere europeo, nelle elezioni interne dei paesi membri ovviamente vinceranno i partiti estremisti che daranno contro lei e quest'organizzazione (alle europee hanno già vinto) cercando proprio di togliergli l'appoggio dei leader politici subdoli di questa donna. Merkel è ora odiata praticamente da tutta Europa e quando un leader viene odiato (in Germania è comunque amata almeno quanto lo fu Hitler) fino a tal punto, l'unica cosa sensata da fare è dimettersi finché sei in tempo, prima che tutti questi leader politici emergenti facciano coalizione per farla cadere, dato che così rischierebbe di perdere anche alle elezioni tedesche. Meglio andarsene da vincitori che da sconfitti.

La Fenice

martedì 15 luglio 2014

Post fata resurgo!

Post fata resurgo

Il suo significato è "dopo la morte torno ad alzarmi". Un po' come questo paese ha fatto per tutta la
sua vita, persino dai tempi dei romani. Certo, a volte la rinascita è stata veloce e altre volte è durata più di mille anni, ma alla fine lo scopo lo ha sempre raggiunto. Come la fenice, il popolo italico, o ora italiano, è sempre stato un po' un mito, un popolo di innovatori, di geni, di artisti, di grandi ingegneri, eppure non sempre uniti. Ma oggi più che mai fatichiamo a trovare ancora verità in queste affermazioni, non riusciamo più a trovare (o a tenerci) queste grandi menti, trasformando così la grandezza di un popolo in un mito che i nostri padri ci raccontano fin da quando siamo bambini.
Perché dico così? Beh basti vedere come stanno andando le cose negli ultimi tempi, Poi anche la questione degli "ultimi tempi", va avanti da circa venti e passa anni! E' addirittura peggio la disoccupazione giovanile, basta chiedere a qualcuno della generazione che ha vissuto in giovinezza gli anni '70 e vedrete che vi diranno che niente è cambiato.
Eppure sono convinto che ce la possiamo fare! Sento che se davvero vogliamo, la "fenice italiana" possa risorgere. Però ciò può accadere solo se dimentichiamo le vecchie ideologie, quali comunismo e fascismo, e portiamo qualcosa di nuovo. L'Italia ha perso il senso di patria, ma non per via del ventennio fascista, ma per come è stato portato avanti il periodo dopo. Di natura storica siamo sempre stati divisi dopo l'Impero Romano, però durante il Risorgimento, nonostante ci fosse ancora questa divisione, i nostri patrioti (i carbonari) lottavano e morivano giovanissimi per realizzare l'unione che abbiamo oggi. Durante le 5 Giornate di Milano, un giovane Mameli ne scriveva l'inno! E ci vollero ancora 11 anni prima che i Savoia tornassero in campo per unire il popolo italiano sotto un'unica bandiera.
Dov'è finito questo patriottismo? Questo attaccamento alla bandiera italiana?
Il regime fascista si è costruito proprio su questi concetti, portandoli ad un errata estremizzazione (sapendo com'è finita poi), mentre il comunismo e il senso di vergogna ce l'hanno tolto per non identificarci più in quel ventennio. Risultato? Nessuna fiducia nelle istituzioni, lotte politiche intestine che non portano a niente, e di mezzo c'è sempre la popolazione. La Germania l'ha combinata ben più grossa di noi durante la dittatura nazista, eppure dopo essere stati divisi 40 anni e passa, hanno lo stesso senso patriottico col quale hanno fatto tremare l'Europa per due volte di fila. Come se non bastasse la sta facendo tremare anche ora con il "quarto reich".
Nella lingua italiana il sinonimo di patriottismo è nazionalismo. Quello che dobbiamo ritrovare è proprio questo. Non quello che fece scoppiare le due guerre ovviamente! Ma qualcosa di nuovo, come un sano amore per la proprio patria. Ciò quindi non deve comportare un odio per le altre nazioni, ma semplicemente non dobbiamo sentirci inferiori alle altre o addirittura diventarlo! La collaborazione è sempre meglio di una lotta perché porta risultati migliori per entrambe le parti.
Questo discorso non va preso come un discorso di un pazzo nazionalista fascista o chissà che vi possiate immaginare! Ma solo come un incentivo a riavvicinare le persone al nostro tricolore. Le vecchie ideologie vanno buttate e lasciate alle spalle. Devono far parte della storia, ricordando sia le cose positive sia quelle negative che hanno portato. La storia è una delle nostre risorse principali!

Sarò pure un ingenuo, ma di sicuro non sono un ipocrita pronto a sostenere la propria nazione solo quando gioca a calcio. Io credo in questo paese e sono convinto che la fenice risorgerà grazie alla volontà ma soprattutto alle azioni di tutti noi!

La Fenice